Ancora un successo per gli osservatori amatoriali di Pulsar. Recentemente, due radioamatori ben equipaggiati OE5JFL (Hannes) e I1NDP (Nando) rispettivamente con parabole di 7.2mt e 10mt hanno osservato singoli impulsi "giganti" provenienti dalla pulsar del Granchio.
Questa sorgente si è originata da un'esplosione di supernova avvenuta nel 1054 che ha anche creato l'omonima nebulosa. Il termine"giganti" non deve trarre in inganno: si tratta di segnali debolissimi che per la prima volta sono stati ricevuti da osservatori non professionali.
La frequenza di osservazione è pari a 420MHz per Hannes e 1290MHz per Nando. La ricezione a due frequenze ha permesso di rivelare la diversa forma degli impulsi con durata di circa 2.5mS sulla frequenza più bassa e appena 0.3mS per la frequenza più alta. Questa differenza è riconducibile al fenomeno dello "scattering" del mezzo interstellare.
Parliamo di eventi piuttosto rari, circa un impulso all'ora ricevuto da Hannes e uno ogni due ore ricevuto da Nando.
Potrebbe sembrare impossibile separare sporadici e deboli segnali dalla moltitudine di disturbi impulsivi a larga banda prodotti dall'uomo.
Cosa differenzia un impulso proveniente dall'accensione di un interruttore da quello proveniente dalla Pulsar a distanza di 6500 anni luce? Il segreto sta tutto nella "dispersione". L'impulso di disturbo locale arriva nel medesimo tempo su tutte le frequenze, quello della pulsar arriva in tempi separati ed in particolare con un ritardo maggiore al diminuire della frequenza.
Nella figura allegata si fa riferimento al setup di misura usato, formato da 2 ricevitori di banda 5MHz posti a 5MHz di distanza.
Si vede chiaramente come lo stesso impulso arrivi prima al ricevitore a frequenza minore e che il ritardo misurato è pari a 30mS, esattamente quanto previsto.
Nel grafico sottostante è mostrato l'impulso totale formato dalla somma delle due componenti con opportuna traslazione temporale.
Il software di osservazione, è come negli altri casi presentati, fornito da me.
Andrea Dell'Immagine